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L’ulivo: il primo fra gli alberi
L'ulivo: il primo fra gli alberi

L’ulivo: il primo fra gli alberi • Tra leggenda e realtà 

Contorta, cariata, utile, bella, simbolo di pace: la pianta di ulivo è la più rappresentativa delle zone del Mediterraneo. 

La leggenda più conosciuta legata a questo albero è quella dove si narra che Noè, dopo il diluvio universale, fece uscire una colomba dall’arca e il volatile ritornò con un ramoscello di ulivo nel becco, per indicare che le acque si stavano ritirando e che la pace sarebbe tornata sulla terra.

Un ramo di ulivo è il simbolo della domenica delle Palme, poiché ricorda l’ingresso trionfale a Gerusalemme di Gesù. In quell’occasione, infatti, il messia fu accolto dalla folla festante che lo acclamava gridando: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore“, agitando rami d’ulivo e di palma.

Proprietà di un albero simbolo

Ogni parte dell’albero di ulivo può essere utilizzata, dalla corteccia, alle foglie e ai frutti. Proprio questi si consumano sia freschi che conservati. 

Sono proprio le olive che vengono raccolte a cavalcioni tra l’autunno e l’inverno, l’ingrediente unico da cui estrarre l’olio che in Italia riveste un ruolo di prestigio. 

Le olive sono molto utili anche ai fini della salute, poiché alleviano tante problematiche di salute. Sono un valido aiuto per l’intestino,la pelle e i capelli. Tutti i prodotti a base di olio, infatti, sono idratanti, riequilibranti, lenitivi ed emollienti. 

Di questa pianta si utilizza anche la corteccia per preparare macerati utilizzati per trattare problemi di natura fisica e psichica: ad esempio, se associati al Biancospino, hanno un effetto calmante sulle nevrosi. 

L’olio è molto indicato per contrastare gli effetti del colesterolo alto nel sangue e l’arteriosclerosi.

Le foglie, invece, sono conosciute per avere un’importante azione di contrasto per l’ipertensione e per aiutare chi soffre di problemi legati alla diuresi. 

L’ulivo, inoltre, è molto ricco di vitamine e micro-nutrienti dalle particolari doti antiossidanti, depurative, diuretiche e lenitive.

In Cilento… 

Transitare nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è simile ad entrare in un grande uliveto. 

In ogni area di questo grande Parco, che sia montana o adiacente al mare, si è circondati di ulivi, sia secolari che piantati di recente. Si è così immersi in un paesaggio che sembra un enorme drappo di velluto verde. 

Per le popolazioni di questi luoghi, gli ulivi sono, da sempre, un essenziale sostentamento al reddito. Proprio grazie alla preparazione degli olivicoltori del posto e alla loro passione nel coltivare e curare questi alberi secondo tradizione e natura, Masilicò produce un olio extravergine dalle caratteristiche meravigliose che ha portato lo stesso all’ottenimento del marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta).L

L’ulivo: il primo fra gli alberi • Dall’oliva all’olio

È fondamentale che le olive vengano raccolte prima di cadere dall’albero

Una volta portate in frantoio, le olive vengono ripulite dalla terra, dai rametti e dalle foglie, investendole con un forte getto d’aria. 

Dopodiché, le olive vengono lavate sotto un getto di acqua potabile e distribuite su alcune griglie vibranti in modo tale da separare il frutto dalle impurità.

A questo punto si possono cominciare a trasformare le olive in olio. 

Il nostro lo trovi qui –> https://staging.masilico.com/olio-extravergine-cilento/

L’estrazione avviene principalmente secondo due diversi metodi, quello a ciclo discontinuo e quello a ciclo continuo.

A questo punto si procede alla defogliazione e, infine, al lavaggio con acqua corrente per poi inviare le olive, a mezzo nastri trasportatori, alla frangitura.

Vengono utilizzati dei frangitori meccanici, cioè contenitori, di forma cilindrica, nei quali le olive sono frantumate da parti meccaniche in acciaio che si muovono ad alta velocità. 

Da questo procedimento ne deriva un impasto omogeneo, che verrà poi inviato con coclee in acciaio inox al primo processo di separazione dell’olio dall’acqua e dalla polpa. 

In vasche in acciaio inox, che vengono chiuse ermeticamente, questa pasta viene rimescolata lentamente per circa trenta minuti, ad una temperatura controllata di 25°C. 

A questo punto verrà passata in un separatore a centrifuga che si chiama decanter, che separerà l’olio, l’acqua e la sansa (la pasta che rimane). 

Dopo queste lavorazioni, posto in una elegante bottiglia, ma anche in una tipica latta, ecco infine l’olio Masilicò. 

Accarezza e stuzzica le papille gustative con la sua morbidezza vellutata e con quel velato sentore di piccante. 

A crudo, come nei soffritti, questo prodotto di terra Cilentana valorizzerà qualsiasi preparazione in cucina ed in pasticceria.